Nel mese di giugno, abbiamo deciso di tornare nuovamente in Francia: dieci giorni in Normandia, seguiti da altrettanti nella vicina Bretagna.
Da un po’ di tempo avevamo il desiderio di scoprire queste due regioni e l’attesa è stata più che ripagata!
Il nostro è stato un viaggio dai ritmi lenti, senza che le giornate fossero piene di cose da vedere o di programmi da rispettare, ma semplicemente godendoci la bellezza dei luoghi e lasciandoci guidare dalle sensazioni.
Le tre settimane trascorse tra Normandia e Bretagna ci hanno fatto scoprire luoghi che non hanno paura di portare avanti con convinzione le loro tradizioni e che non hanno ancora ceduto il passo alla modernità, mantenendo inalterata la loro bellezza autentica.
La Normandia ci è apparsa come una meta ideale per il viaggio in camper, sia per le numerose possibilità di fare sosta libera in luoghi mozzafiato sia perché le caratteristiche di questo modo di viaggiare si sposano perfettamente con la lentezza di queste terre.
Ciò che più ci è rimasto nel cuore sono senza dubbio i paesaggi costieri sconfinati, la ricchezza di prodotti gastronomici deliziosi, il grande valore storico e lo stile di vita della gente, che non sembra conoscere gli affanni della fretta e del caos metropolitano.
Abbiamo trovato un clima molto variabile, con il vento quasi costante e almeno un paio di ore di pioggia al giorno, ma il paesaggio è talmente bello da farti dimenticare i nuvoloni grigi e da rendere speciale anche un pomeriggio passato al riparo nel camper.
Pur essendo il mese di giugno abbiamo trovato davvero poca gente e questo ci ha permesso di goderci ancora di più l’esperienza.
GIORNO 1
Il nostro primo giorno, dati gli innumerevoli chilometri che ci separavano dalla meta, è stato interamente dedicato al viaggio. Attraversando la Svizzera, abbiamo guidato fino alla Borgogna, dove abbiamo sostato per la notte. La scelta è ricaduta su una deliziosa azienda vinicola a Cissey – Merceuil, vicino alla più grande Beaune, che consigliamo!
In pratica: sosta al Domaine Dury, a Cissey – Merceuil, in Rue du Chateaux 27;
coordinate N 46° 57′ 33,83” E 4° 52′ 9,04”
piccola fattoria che dispone di 5/6 posti per camper, con corrente e carico/scarico, gratuita; è possibile acquistare i loro vini, da un frigorifero comune messo a disposizione dei visitatori.
GIORNO 2
Anche nel secondo giorno di viaggio abbiamo macinato chilometri, superando la caotica Parigi ed arrivando finalmente alla nostra prima vera meta: Jumièges, dove sostiamo per la notte.
In pratica: sosta a Jumièges, in Rue Alphonse Callais;
coordinate N 49° 25′ 51,24” E 0° 48′ 52,47”
parcheggio sterrato piuttosto grande, con carico/scarico, gratuito; molto comodo perché a pochi passi dall’Abbazia e da panetterie e café.
GIORNO 3 – ABBAZIA DI JUMIÈGES E ROUEN
Inizia ufficialmente il nostro itinerario con la visita dell’Abbazia di Jumièges, uno dei più antichi monasteri benedettini della Normandia.
In una grigia giornata visitiamo questa abbazia dal passato travagliato, che oggi si mostra nello splendore della sua decadenza: le torri, che si stagliano per 46 metri di altezza, accolgono il visitatore nell’esplorazione delle rovine del complesso monastico, ormai privato del tetto e di buona parte del chiostro.
La potenza delle mura di pietra bianca si percepisce ad ogni passo, impossibile non sentirsi piccoli di fronte all’imponenza della struttura e dei secoli di storia ai quali ha dovuto far fronte.
Secondo noi questa è una meta imprescindibile per chi si reca in Normandia!
L’Abbazia è visitabile tutti i giorni, ad un costo di 7,50€. I cani non possono entrare.
Terminata la visita ed acquistate le provviste nella vicina boulangerie, ci dirigiamo a Rouen.
Il nostro rapporto con le grandi città non è mai idilliaco, probabilmente per l’affollamento di persone, infatti Rouen non ci ha particolarmente colpiti.
Abbiamo passeggiato lungo le vie del centro, ricche di negozi e botteghe interessanti, arrivando fino alla Cattedrale di Notre-Dame, ma la calca di gente ci ha impedito di goderci la città.
Da segnalare il museo dedicato a Giovanna D’Arco, l’eroina quattrocentesca che proprio qui venne processata e arsa sul rogo, che noi per una questione di tempo non abbiamo visitato.
In pratica: sosta a Rouen, in Rue Sainte Amélie;
coordinate N 49° 25′ 49,84” E 1° 6′ 19,1”
parcheggio spazioso senza servizi, gratuito; a circa 20 minuti a piedi dal centro, con negozi e un piccolo supermercato nelle vicinanze; consentita la sosta notturna.
Via da Rouen, troviamo un posto per la notte nella tranquilla cittadina di Mesnières-En-Bray.
In pratica: notte a Mesnières-En-Bray, in Grand Rue 9;
coordinate N 49° 45′ 57,59” E 1° 22′ 50,73”
area camper sterrata per una decina di veicoli, con carico/scarico, gratuita; molto tranquilla.
GIORNO 4 – COSTA DI ALABASTRO
Al mattino presto ci dirigiamo verso Dieppe e da qui scegliamo di percorrere le strade costiere della celebre Costa d’Alabastro.
Guidando principalmente lungo la D79 e la D68, veniamo cullati dal paesaggio ondulato e ricco di lussureggianti campi, che terminano all’orizzonte sul mare.
Consigliamo vivamente di abbandonare le strade dell’entroterra (come la D925 o la D940) e optare per queste strade lungo il litorale: viaggiare non potrebbe essere più piacevole!
La Costa d’Alabastro incanta con le sue scogliere bianche erose dal vento che incessantemente soffia e con i piccoli borghi di pescatori che si incontrano lungo il percorso.
Proprio in uno di questi, Saint-Valery-En-Caux, decidiamo di fermarci per acquistare il pesce direttamente da chi lo ha pescato.
I mercati del pesce della Normandia sono rinomati, soprattutto per i crostacei e i frutti di mare freschissimi, a prezzi estremamente convenienti. La frugalità e la gentilezza dei pescatori, con i loro piccoli banchi circondati dai gabbiani in agguato, rende l’acquisto di pesce una pittoresca abitudine che conferisce quel tocco in più al viaggio.
Difficile non sentirsi calati nella vita normanna in questi luoghi, tra le signore con i loro cestini di paglia e i pescatori che mostrano fieri i loro prodotti.
Il villaggio offre una piacevole opportunità di sosta, affacciati direttamente sul mare.
In pratica: sosta a Saint-Valery-En-Caux, al Quai d’Aval;
coordinate N 49° 52′ 19,56” E 0° 42′ 34,47”
parcheggio per camper fronte mare, non ha molti posti, 6€/24 h, con carico/scarico; soluzione molto bella sia per la vista che per la vicinanza dei negozi e del mercato del pesce, da segnalare però la strada di accesso piuttosto stretta, soprattutto se dall’altra parte arriva un altro veicolo.
Dopo aver pranzato, proseguiamo lungo la Costa d’Alabastro verso Étretat, dove passeremo la notte.
In pratica: notte al Camping Municipal d’Étretat, in Rue Guy De Maupassant 69;
un bel campeggio con piazzole molto grandi, con carico/scarico (che si fa gratuitamente nell’area sosta adiacente), bagni con docce, corrente, campo di bocce e giochi per bambini; pulito e ad un prezzo ragionevole, considerando il grande richiamo turistico della città: noi abbiamo pagato 18 € (due adulti + veicolo + corrente, i cani non pagano!); il paese e le scogliere si raggiungono in circa 15 minuti a piedi, è una soluzione consigliata!
GIORNO 5 – SCOGLIERE DI ÉTRETAT
Nel nostro quinto giorno di viaggio ci dedichiamo alla visita di uno dei luoghi più iconici della Normandia: le scogliere di Étretat.
Queste altissime falesie bianche sono il risultato di secoli di erosione da parte della forza degli elementi; qui acqua e aria hanno plasmato il territorio, mutato nel corso del tempo in un fragile equilibrio.
Étretat è un luogo estremamente romantico, dove si può respirare la bellezza autentica della natura.
Dal campeggio una breve passeggiata conduce prima al grazioso paese di Étretat e poco dopo alla sua spiaggia di ciottoli: da qui si ha subito una panoramica delle spettacolari scogliere, che tanto hanno affascinato (e lo fanno tuttora) pittori, scrittori e fotografi.
Rivolti verso il mare, si può vedere sulla destra la Falaise d’Amont e sulla sinistra la Falaise d’Aval.
Noi abbiamo scelto di percorrere il sentiero che porta in cima a quest’ultima, celebre per l’arco che Guy De Maupassant ha paragonato alla proboscide di un elefante immersa nell’acqua e alla vicina Aiguille, una guglia che emerge dal mare per 70 metri di altezza.
La giornata nuvolosa non ha per nulla scalfito il suo fascino, rendendo il paesaggio un perfetto mosaico dai toni del grigio, del blu e del bianco.
Il sentiero è inizialmente in salita e successivamente costeggia il bordo della falesia, a strapiombo sul mare. Il paesaggio è talmente vasto da togliere il fiato.
Guardandosi intorno solo distese di mare blu intervallate da speroni di roccia bianca.
Nulla si muove, se non i gabbiani che sorvolano il mare per poi appoggiarsi sulla roccia.
I nostri consigli, per godere al meglio della bellezza incontaminata di questi luoghi, sono di partire al mattino presto e di non limitarsi a raggiungere la cima, ma di proseguire oltre, superando la calca dei turisti.
In aggiunta si può percorrere il sentiero che conduce sulla Faleise d’Amont, sormontata dalla piccola Cappella di Notre-Dame-de-la-Garde e punto di osservazione perfetto per la Faleise d’Aval.
Altre due mete interessanti, ma poco conosciute, della città sono Les Jardins d’Étretat, un parco molto curato in posizione panoramica sulla Faleise d’Amont, e la Casa-museo di Maurice Leblanc, il creatore di Arséne Lupin.
Noi purtroppo abbiamo rinunciato ad entrambe perchè i cani non sono ammessi, se non piccoli e tenuti in braccio.
Terminata la passeggiata ci spostiamo fino al vicino Faro d’Antifer, dove scopriremo la prima delle tante splendide opportunità di sosta libera che la Normandia (e in seguito la Bretagna) ci offriranno.
Il faro di per sé non è nulla di che, ma quello che ci incanta è il paesaggio: la sosta è circondata da un lato da pascoli pieni di mucche e dall’altro dal mare sconfinato.
Decidiamo di goderci il pomeriggio qui, assaporando il silenzio e la lentezza, che sarà poi il fil rouge di tutto il viaggio.
Abbiamo poi scoperto che il sentiero percorso al mattino sulla Faleise d’Aval prosegue fino a qui, quindi questa potrebbe essere un’ottima soluzione di sosta gratuita per chi non vuole fermarsi nel campeggio.
In pratica: sosta libera a La Poterie-Cap-d’Antifer, in Route de la Cote 17;
coordinate N 49.682899 W 0.164736
parcheggio sterrato per circa 5/6 camper, senza servizi, gratuito; da qui parte il sentiero che conduce fino alle falesie di Étretat.
GIORNO 6 – HONFLEUR
Lasciamo Étretat per dirigerci verso un’altra località molto conosciuta della Normandia: Honfleur.
Con alle spalle un glorioso passato da importante centro commerciale, oggi la città portuale è una rinomata meta turistica per i francesi e non solo.
L’attrattiva principale di Honfleur è la cittadina stessa, dove ogni angolo o vicolo è intriso di quel tipico fascino dei paesi di pescatori francesi.
Il punto più caratteristico è senza dubbio il porto vecchio (il Vieux Bassin), con le antiche case a graticcio e le imbarcazioni ancorate alla banchina.
Nonostante il grande numero di turisti, Honfleur è una cittadina affascinante e vivace, il luogo perfetto per gustare moules marinières e sorseggiare sidro. Un consiglio: visitatela al mattino presto o al calar del sole.
In pratica: sosta nel parcheggio in Route du Bassin Carnot;
coordinate N 49,416199 W 0,245978
ampio parcheggio senza servizi, gratuito, comodo per raggiungere sia il mercato del pesce che il centro storico; in prossimità c’è anche un Lidl;
in alternativa c’è la vicina area sosta, con corrente e carico/scarico, a pagamento;
coordinate N 49,4193 W 0,242569



GIORNO 7 – STRADA DEL SIDRO E MEMORIAL “UN MUSÉE POUR LA PAIX “DI CAEN
Al mattino presto ci svegliamo per goderci la tranquillità del porto e per acquistare del pesce freschissimo.. al vicino mercato del pesce c’è solo l’imbarazzo della scelta!
Carichi di provviste partiamo alla volta delle spiagge del D-day, ma anche questa volta lasciamo da parte le impersonali strade nazionali e decidiamo di percorrere la Route du Cidre: la Strada del Sidro si snoda tra i frutteti e i pascoli della lussureggiante zona del Pays d’Auge.
Come dice il nome, l’area vanta una grande produzione di sidro, uno dei prodotti più caratteristici dell’intera regione.
Fra i vari cartelli che indicano i produttori a vendita diretta, noi scegliamo Le Lieu Chéri, a Ouilly-Le-Vicomte.
L’azienda tramanda di generazione in generazione l’arte della distillazione del sidro e del calvados: qui acquistiamo sidro, aceto di sidro, calvados e un liquore alla mela.
Da segnalare la possibilità di sostare gratuitamente con il camper presso la fattoria (o con allaccio della corrente al costo di 2€).
Lungo la strada ci fermiamo nella tranquilla Cambremer, dove troviamo un’area sosta per fare carico/scarico.
In pratica: area sosta di Cambremer, in Avenue des Tilleuls2-50;
coordinate N 49° 8′ 57,83” E 0° 2′ 47,7”
parcheggio per una decina di camper, gratuito, con carico/scarico e corrente a pagamento, previo acquisto dei gettoni in uno dei negozi indicati (noi l’abbiamo comprato nella vicina farmacia); un gettone da 2 € dà diritto a 100 litri di acqua oppure a 60 minuti di allaccio della corrente.
Nel pomeriggio arriviamo a Caen, dove ci attende la prima delle tappe dedicate all’impatto della Seconda Guerra Mondiale su queste zone, il Memorial “Un musée pour la paix”.
Il museo è a ragion veduta considerato uno dei migliori di tutta Europa, per la sua incredibile ricchezza di testimonianze, documenti e cimeli.
É talmente grande e ricco di cose da vedere, che rischia di confondere; occorre prendersi una giornata intera per assicurarsi di vederlo tutto.
Il Memoriale racconta in modo molto diretto e d’impatto, utilizzando molti supporti audio – visivi, tutti i momenti della guerra, in Francia e nel resto del mondo, fino alla liberazione.
Offre una visione estremamente ampia ed accurata di tutto ciò che gravità intorno ad una guerra, soprattutto del suo impatto sulla vita quotidiana delle popolazioni coinvolte.
Un museo in cui, a parer nostro, non ci si limita alle classiche nozioni da libro di storia, ma in cui si lascia grande spazio alle sensazioni, alle storie, ai lati nascosti della guerra e di chi l’ha vissuta, fornendo una prospettiva a 360 gradi.
Il museo si sviluppa su più piani ed è suddiviso in aree tematiche, a cui si aggiungono un bunker visitabile, il giardino canadese e britannico ed una sezione dedicata alla Guerra Fredda.
L’ingresso ha un costo di 19,80€ e secondo noi li vale tutti. I cani non possono entrare in nessuna delle aree. All’interno del museo non ci sono didascalie in italiano, ma è possibile richiedere l’audioguida (a pagamento). É possibile fare foto all’interno, nonostante sia piuttosto buio.
Il parcheggio del museo è molto grande e c’è una parte dedicata ai camper.
Terminata la visita ci dirigiamo per la notte a Longues – sur -Mer, per un’altra sosta libera fronte mare.
In pratica: notte in sosta libera a Longues – sur – mer, in Rue de la Mer;
coordinate N 49° 20′ 47,75” W 0° 41′ 24,61”
punto di sosta sterrato/sull’erba a bordo strada, con vista sul mare.
GIORNO 8 – CIMITERO AMERICANO E POINTE DU HOC
Longues – sur – Mer ha avuto un ruolo importante nel corso della Seconda Guerra Mondiale, poiché proprio qui l’esercito tedesco ha posizionato una delle sue linee di difesa, costituita da bunker e quattro imponenti cannoni.
Grazie alla sua posizione strategica, questo fu uno dei luoghi più significativi dello sbarco delle truppe alleate del 6 giugno 1944.
Oggi questi mastodontici pezzi d’artiglieria sono visibili e ben conservati: direttamente dal punto di sosta ci incamminiamo verso il sito, visitabile gratuitamente e sempre aperto.
Ci spostiamo ora verso Colleville – sur – Mer, più precisamente nel Cimitero e Monumento Commemorativo Americano, situato in corrispondenza di Omaha Beach, teatro di uno dei più violenti scontri del D-Day.
Il Cimitero e Monumento Commemorativo è un luogo estremamente toccante, che con semplicità e senza sfarzi rende omaggio ai caduti statunitensi.
Il silenzio pesa come un macigno e la mente viaggia: nessun movimento e nessun rumore, proprio qui dove il frastuono delle grida e delle esplosioni è stato assordante.
Camminando fra le croci l’eco di quei nomi incisi per sempre nel marmo rimbomba nel silenzio.
Le immobili croci e stelle di David bianche sembrano non finire mai: 9387 caduti, tra cui diverse coppie di fratelli, non sono che una parte di coloro che su queste spiagge, ora così tranquille, vissero gli ultimi istanti di vita.
Nel sito si trovano anche il grande monumento commemorativo, una piccola cappella e un centro visitatori. L’ingresso è gratuito ed è vietato ai cani. Il parcheggio è molto grande.
Concludiamo la nostra visita dei luoghi simbolo del D-Day arrivando alla Pointe du Hoc.
Questo piccolo promontorio è stato testimone di violenti scontri, di cui ancora oggi porta le cicatrici.
L’esercito statunitense scalò le pareti rocciose alte 30 metri, nel tentativo di neutralizzare l’artiglieria tedesca. Oggi sono ancora ben visibili i crateri provocati dallo scoppio delle bombe, i bunker e il posto di comando.
Purtroppo il diluvio di quel pomeriggio ci ha impedito di visitare il sito. Segnaliamo che l’ingresso è vietato ai cani.
Oltre ai siti che noi abbiamo inserito nell’itinerario, tutta la zona è ricca di musei e monumenti commemorativi dedicati al conflitto.
Per la notte ci spostiamo verso la nostra ultima meta in terra normanna, Mont Saint – Michel.
In pratica: notte al Camping Mont Saint – Michel, in Route du Mont St Michel;
grande campeggio con piazzole un po’ ristrette, carico/scarico, bagni con docce (che potrebbero essere tenuti molto meglio..), corrente, circondato da ristoranti e negozi (con prezzi non proprio convenienti, da luogo molto turistico); wi-fi limitato alla reception;
per poter accedere all’intera zona, è necessario superare una sbarra utilizzando il codice che va richiesto al campeggio prima dell’arrivo (se si arriva nel pomeriggio si trovano lunghissime code);
questo ingresso con codice, gestito dalla compagnia Transdev, ha un costo di 9 € ogni 24 ore e deve essere pagato direttamente alla sbarra nel momento in cui si esce, usando la carta di credito;
noi abbiamo pagato 25 € a notte (due adulti + veicolo + corrente,i cani pagano 2,50 € ciascuno al giorno); a questo va aggiunto il costo dell’ingresso alla zona, che per due notti è stato di altri 18 €; bella la possibilità di passeggiare fino alla baia, anche solo per godersi il tramonto; onestamente però, se non fosse per la posizione sicuramente invidiabile e comodissima, non ci sentiremmo di consigliare il campeggio, perchè potrebbe essere tenuto molto meglio, anche a fronte del prezzo complessivo; consigliabile la prenotazione.
GIORNO 9 – MONT SAINT – MICHEL
Eccoci giunti alla nostra ultima tappa, ad uno dei luoghi più emblematici di Francia, un posto che da solo varrebbe i chilometri che ci separano: le Mont Saint – Michel.
Impossibile non aver desiderato almeno una volta nella vita di vedere dal vivo questo incredibile scorcio, in cui la marea fa magie.
Il monte su cui si erge l’abbazia è circondato, a seconda degli orari, dalla sabbia o dall’acqua e in ogni momento della giornata regala colpi d’occhio meravigliosi.
E’ la lotta di potere tra la natura e la mano dell’uomo, che ora sembra aver trovato un suo equilibrio, a rendere questo luogo così suggestivo.
Nonostante la costante affluenza di turisti da tutto il mondo, Mont Saint – Michel è avvolta da un’aura eterea, quasi da fiaba.
Si ritiene che la lunga storia di Mont Saint – Michel, dichiarata insieme alla sua baia Patrimonio dell’Umanità Unesco, sia iniziata nel 708 d.c. e che in poco tempo il sito religioso sia diventato una delle più importanti mete di pellegrinaggio.
Posto in una baia che registra il maggior dislivello tra alta e bassa marea di tutta Europa, il monte è collegato “alla terraferma” attraverso una passerella rialzata di 2 km di lunghezza, percorribile a piedi (scelta senz’altro migliore), con una navetta gratuita (i cani non possono accedere) oppure, a pagamento, su una carrozza.
Vista dall’esterno sembra quasi impossibile che l’uomo sia riuscito a costruire un complesso simile, data la conformazione impervia del monte.
Arrivati ai piedi dell’isolotto, la visita inizia con la salita lungo la stretta Grand Rue, la strada principale, oggi letteralmente invasa da bar e negozi di souvenir dal dubbio gusto e dai prezzi discutibili.
In cima si trova l’unica cosa che vale davvero la pena visitare, l’abbazia benedettina.
L’intero complesso monastico è molto grande e ben conservato, visitabile in autonomia.
All’interno ci si sente subito calati nell’atmosfera medievale, immaginando la vita raccolta e dedita al lavoro e alla preghiera dei monaci.
I cani possono accedere al monte ma non all’interno dell’abbazia, tuttavia ci sentiamo di sconsigliarlo perchè la strada centrale è davvero molto stretta e iperaffollata.. sicuramente un cane apprezzerebbe di più aspettare in campeggio!
Con gli amici a quattro zampe è molto meglio fare una tranquilla passeggiata lungo la passerella, godendosi il paesaggio e stando attenti a non addentrarsi nella baia. Per noi umani invece, consigliamo di visitare l’abbazia al mattino presto o al tramonto per evitare la calca esagerata di turisti!
Trascorriamo un’altra notte nel Camping Mont St Michel, godendoci un ultimo tramonto di fronte a questa splendida vista prima di dirigerci nella nostra prima tappa bretone…. ma questa è un’altra storia che vi racconteremo prossimamente!
Greta & Davide, Paco & Mela
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